NOVITA' IN LIBRERIA

 

"Labirinto con vista” di Giampiero Monetti. Nel nuovo libro fotografico l'autore consegna ai lettori delicate emozioni

 

ROMA - Da pochi giorni è nelle librerie la raccolta di fotografie “Labirinto con vista” di Giampiero Monetti (Edizioni La Valle del Tempo, pag. 88, euro 16). La scelta delle immagini consiste in una serie di “visioni inattuali”, scatti che precedono il periodo della pandemia e che si spingono fino ai primi anni del Duemila. Sono fotogrammi tratti da due fondi di pellicole (negativo - colore) donati dall’autore alle Raccolte fotografiche “Panini” di Modena e all’Archivio fotografico della Biblioteca “Gambalunga” di Rimini.

 

La ricerca di Giampiero Monetti è condotta sul paesaggio urbano, dai centri storici ai margini delle periferie, e si concentra in un attento esame della 'stratigrafia', di segni e di tracce che emergono nella lettura dell’orizzonte visivo, e che risuonano come l’eco di continuità e di persistenze, dal passato, nei complessi processi di cambiamento in corso.

 

L’autore consegna ai lettori le delicate e silenti emozioni di immagini, insieme ad un invito alla riflessione, con un messaggio sospeso, tra provocazioni, interrogativi e ricerca di senso.

 

Il lavoro non segue coordinate spaziali, né un ordine cronologico; non c’è un filo della memoria, ma prevale una condizione straniante di smarrimento. Di qui, il titolo; esso rimanda anche alla parte introduttiva, un denso testo che, con significativi riferimenti storici e con puntuali esempi, tocca i temi della percezione, della conoscenza, della comunicazione, nel quadro dei veloci cambiamenti dei nostri giorni, quali “tempestive questioni” sulla rivoluzione digitale: la mole di informazioni della rete di internet, il filtro dei contenuti e la loro simultanea trasmissione nei social media, le applicazioni dell’intelligenza artificiale.

 

L’autore si pone di fronte alla vertiginosa prospettiva delle nuove frontiere della ricerca scientifica e della tecnologia, in un inedito scenario che apre possibili opportunità, o preoccupanti rischi.

 

L’esperienza di conoscere, di conoscere sé stessi e di riconoscersi nel confronto con diverse entità sociali e culturali, è una concreta occasione che non ha precedenti, e che può guidare percorsi di consapevole autodeterminazione, e di rispettosa condivisione in progetti di respiro globale, scongiurando derive di ripiegamenti, di chiusure, di oscurantismi.

 

Un importante quanto costante riferimento per Monetti è l’opera del regista cinematografico tedesco Wim Wenders, in particolare, questa raccolta trae suggestioni dal film “Così lontano, così vicino!”, girato a Berlino nel 1992, a pochi anni dalla svolta epocale della caduta del Muro.

 

Gli stessi interpreti del precedente “Il cielo sopra Berlino” (1987) diventano protagonisti di piccole e grandi avventure, sul fondale di un difficile momento storico di passaggio, con un portato di tensioni e di crisi nella scelta di modelli morali e culturali, negli incontri e negli scontri tra diverse generazioni.

 

Quanto mai attuale risulta il discorso pronunciato nel film, nel cameo di un grande Statista, - Werner Herzog, poi, gli dedicherà un documentario nel 2018 - con la poesia che concorre alla visione politica: lo sguardo è infatti il tema centrale di "Così lontano, così vicino!", dichiarato sin dalle parole dell'esergo, e espresso in modo limpido in un intimo dialogo tra l’angelo Raffaela e l’angelo ‘caduto’ Cassiel: “Gli uomini vedono diversamente, non vedono più come noi!” - I loro occhi sono abituati soltanto a prendere: prendono atto, prendono nota; i loro sguardi non dànno più niente...” - Hanno dimenticato che la luce raggiunge il cuore attraverso gli occhi, e poi dal cuore rifluisce attraverso gli occhi, per risplendere all'esterno...”

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