Elezioni russe in Ucraina. Duello DiCarlo-Russia al Consiglio di Sicurezza. È illegale il
voto in territori occupati"
di Stefano Vaccara - La Voce di New York
NEW
YORK - “L’intenzione della Russia di tenere elezioni presidenziali da oggi, 15
marzo, fino al 17 marzo nelle aree dell’Ucraina sotto il suo controllo è
inaccettabile”: così Rosemary DiCarlo,
sottosegretario generale per gli affari politici e la costruzione della pace
dell’ONU, alla
riunione del Consiglio di Sicurezza.
La
riunione era stata richiesta dalla Slovenia, membro non permanente del
Consiglio, per criticare le elezioni russe in corso nelle aree illegalmente
occupate dell’Ucraina.
Secondo
il diritto internazionale umanitario, la potenza occupante – in questo caso la
Russia – deve rispettare le leggi dell’Ucraina nei territori occupati, ha
sottolineato DiCarlo. Il 16 marzo segnerà un decennio
dall’azione illegale della Russia di annettere la Crimea e Sebastopoli
attraverso un “cosiddetto referendum”, ha affermato la più alta funzionaria
degli affari politici delle Nazioni Unite, ribadendo che l’invasione su vasta
scala dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022 ha quindi visto ulteriori tentativi
di annessione nelle regioni di Donetsk, Luhansk,
Kherson e Zaporizhzhia dell’Ucraina.
DiCarlo ha ricordato le risoluzioni
dell’Assemblea Generale che condannano queste azioni illegali e ha fatto
riferimento ai rapporti della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle
Nazioni Unite in Ucraina sui cosiddetti referendum e sulle elezioni locali
condotte in un “ambiente coercitivo”.
“Qualsiasi
annessione del territorio di uno Stato da parte di un altro Stato risultante
dalla minaccia o dall’uso della forza costituisce una violazione dei principi
della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”, ha affermato la
diplomatica americana in forza nello staff dell’ONU, “eppure, questo è ciò che
la Federazione Russa ha tentato in Ucraina, causando, nel processo, indicibili
sofferenze e distruzioni”.
DiCarlo ha rilanciato l’allarme sulla
situazione umanitaria in Ucraina, che rimane disastrosa a causa
dell’intensificazione degli attacchi aerei da parte delle forze russe, come
evidenziato la settimana scorsa dall’Ufficio per il coordinamento degli affari
umanitari (OCHA). Proprio oggi un bombardamento nella città di Odessa ha
causato almeno 16 morti e molti feriti.
Un
nuovo rapporto della Commissione d’inchiesta sull’Ucraina, pubblicato venerdì,
fornisce nuove informazioni e conferma i risultati precedenti secondo cui la
tortura contro i civili da parte delle autorità russe in Ucraina e in Russia è
stata diffusa e sistematica, ha affermato DiCarlo. “I
resoconti delle vittime rivelano trattamenti implacabili e brutali che
infliggono forti dolori e sofferenze durante la detenzione prolungata, con
palese disprezzo per la dignità umana”, ha accusato DiCarlo,
aggiungendo che tutti gli autori di tali gravi violazioni devono essere
ritenuti responsabili.
“Continuiamo
a sostenere gli sforzi in tal senso continuando a registrare questi casi e ad
implorare la Federazione Russa di facilitare l’accesso a tutti i detenuti”, ha
detto l’alta funzionaria ONU.
“Poiché
questa guerra è ormai al suo terzo anno, la pace continua a sfuggirci”, ha
continuato. Il crescente costo della guerra sul popolo ucraino è innegabile e
le donne costituiscono la stragrande maggioranza delle 6,2 milioni di persone
costrette a fuggire dalle proprie case durante la guerra, ha detto agli
ambasciatori.
Nonostante
gli immensi ostacoli, le donne ucraine sono state in prima linea nelle
iniziative umanitarie e i gruppi della società civile guidati da donne sono
stati tra i primi a rispondere all’invasione su vasta scala, ha affermato DiCarlo, aggiungendo che è fondamentale riconoscere il loro
ruolo essenziale nel lungo periodo. “Il perseguimento della pace deve essere la
nostra massima priorità, guidata dalla Carta delle Nazioni Unite, dal diritto
internazionale e dalle risoluzioni dell’Assemblea Generale”, ha concluso DiCarlo.
Nel
suo intervento, l’ambasciatrice degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield, ha detto che per coloro che hanno ancora dubbi
sulle intenzioni della Russia in Ucraina, “c’è un vecchio detto che forse avete
già sentito: Una volta è un colpo di fortuna. Due volte è una coincidenza. E
tre volte è uno schema”.
Quindi,
ha aggiunto Thomas-Greenfield, “non definirei
esattamente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2014, la
presunta annessione della Crimea e il finto referendum un colpo di fortuna. Né
credo che le finte elezioni presidenziali russe tenutesi lì quattro anni dopo
siano una coincidenza”. Per gli Stati Uniti“entrambi questi atti illegittimi sono stati
cinici tentativi da parte del Cremlino di legittimare il tentativo illegale di
Putin di conquistare dei territori”.
L’ambasciatrice
degli USA, ha continuato il suo ragionamento dicendo che
“la tattica della Russia di tenere elezioni farsa nei territori occupati
dell’Ucraina è, in realtà, uno schema”. Le elezioni presidenziali russe in
tutte quelle parti dell’Ucraina sovrana che la Russia occupa e che pretende di
annettere, come Zaporizhzhia, Kherson, Luhansk, Donetsk e Crimea, per Thomas-Greenfield
sono “un palese esercizio di propaganda, intrapreso nella speranza di
rafforzare in qualche modo la falsa rivendicazione della Russia sulle parti
dell’Ucraina che ha invaso illegalmente”.
Per
gli USA quindi lo svolgimento delle elezioni russe nel territorio dell’Ucraina
“è la prova del legame tra l’aggressione esterna del Cremlino e la repressione
interna. È un affronto ai principi della Carta delle Nazioni Unite che sono
alla base della sicurezza e della stabilità globale. E dimostra il disprezzo
del Cremlino per questa istituzione e per il diritto internazionale,
dimostrando ulteriormente che la Russia ha poca intenzione di cercare una
soluzione di pace basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite”.
La
rappresentante degli Stati Uniti ha quindi avvertito gli altri ambasciatori:
“Non è necessario che i membri delle Nazioni Unite siano d’accordo su tutto per
restare uniti e difendere un principio semplice: tenere elezioni nel territorio
di un altro Stato membro sovrano delle Nazioni Unite senza il suo consenso
costituisce un palese disprezzo per i principi di sovranità e integrità
territoriale. Qualsiasi paese che pretenda di difendere questi principi non
deve tacere adesso”.
Quando
è stato il turno del rappresentante della Russia, il vice
ambasciatore Dmitry Polyanskiy ha subito
criticato la Presidenza del Consiglio giapponese per aver invitato altre
delegazioni a intervenire nella riunione. “Sono sei in totale (Unione Europea,
Italia, Polonia, Romania, Estonia e Ucraina), un numero evidentemente eccessivo
per un briefing che, a differenza di un dibattito aperto con una partecipazione
ampia, prevede una discussione mirata” ha detto Poliansky
per poi con sarcasmo attaccare: “Abbiamo già detto più volte che la pratica di
trasformare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in un luogo in cui i
non membri del Consiglio possono avere il loro ‘momento di gloria’ e arrivare
nei telegiornali dei loro canali televisivi nazionali è viziosa e mina
l’autorità del Consiglio di Sicurezza”.
Il
diplomatico della Russia ha respinto le accuse appena lanciate da DiCarlo e da altri paesi membri del Consiglio, di
continuare a voler colpire obiettivi civili in Ucraina, ribaltando la
responsabilità per queste vittime: “Dal momento che la difesa aerea
(dell’Ucraina) è dispiegata nei quartieri residenziali in violazione delle
norme fondamentali del diritto internazionale umanitario”, ha detto Polyanskiy, “i nostri colleghi occidentali ignorano con
insistenza nella migliore ‘tradizione dello struzzo’, i detriti di una piccola
frazione dei nostri proiettili, così come i missili ucraini che hanno mancato
il loro bersaglio, sui quartieri residenziali. Ciò si traduce in uccisioni e
ferimenti di civili ucraini. La popolazione ne è ben consapevole e avverte che
la minaccia proviene proprio dai sistemi di difesa aerea e non dagli attacchi
russi”.
L’ambasciatore
della Russia, in una parte del suo lungo intervento, ha accusato DiCarlo e i paesi occidentali di usare un doppio standard
nella cosiddetta “difesa” della democrazia: “Vladimir Zelenskyj,
che una volta salì al potere sostenendo di essere un ‘servitore del popolo’, da solo e in violazione della Costituzione ha
annullato le elezioni presidenziali nel suo paese, che si sarebbero dovute
tenere questa primavera. Oggi il generale americano DiCarlo
ci ha lanciato uno strano appello a obbedire alle leggi ucraine nei nuovi
territori russi. Non ha pensato di chiedere a Zelenskyj
di obbedire alle leggi ucraine?”.
Polyanskiy ha dedicato gran parte del suo
intervento ad attaccare USA, Francia, UK, Svizzera, Malta e
Slovenia, ma ha riservato alla rappresentante dell’ONU DiCarlo le stilettate più affilate: “Vorrei porre una
domanda ai nostri colleghi occidentali. Avete convocato un’intera riunione del
Consiglio di Sicurezza per criticare la Russia per aver tenuto elezioni
democratiche nel territorio sotto il suo controllo, che fa parte
amministrativamente, politicamente ed economicamente del nostro Paese, che vi
piaccia o no. E dal punto di vista dei vostri celebri standard democratici,
come definireste un’eventuale cancellazione delle elezioni da parte del capo
dello Stato? Cosa diresti se, ad esempio, Joe Biden
annullasse le elezioni presidenziali negli Stati Uniti o Emmanuel Macron in
Francia? O deve ancora venire?”. E quindi, insistendo sul “doppio standard”
contro DiCarlo: “Stranamente non ha fatto un solo
commento sull’annullamento delle elezioni in Ucraina. Allo stesso modo, lei
trascura attentamente l’esistenza di un gran numero di prigionieri politici in
quel paese. Ciò, a quanto pare, si adatta perfettamente anche ai vostri
standard di ‘democrazia in stile ucraino’. Ancora una volta, oggi non abbiamo
sentito una parola di condanna (in particolare da parte della nostra collega
americana) per il fatto che i servizi di sicurezza ucraini hanno torturato a
morte un cittadino americano, il giornalista Gonzalo Lira, nel centro di
detenzione di Kharkov. È anche deplorevole che il
governatore americano DiCarlo, pur replicando palesi
falsità sulla tortura in territorio russo, non abbia trovato il coraggio di
menzionare la tragica morte di Gonzalo Lira, un connazionale americano, a causa
delle torture del regime di Kiev. Né lei né l’Ufficio dell’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i diritti umani siete interessati a queste storie,
vero? Ma torniamo al dittatore ucraino…”
Per
l’Italia è intervenuto il vice ambasciatore Gianluca Greco (qui nel video dal 2:17:37),
che ha ripetuto la condanna della Russia per l’invasione, le distruzioni e le
vittime, “di cui dovrà essere tenuta responsabile”, ribadendo anche che
Mosca si illude se pensa che il sostegno all’Ucraina verrà a mancare dai paesi
che l’hanno aiutata e continueranno a supportarla.
“Lungi
dall’essere un esercizio di democrazia e autodeterminazione, le cosiddette
elezioni illegittime organizzate dalla Russia nei territori temporaneamente
occupati dell’Ucraina si svolgono in un contesto di diffuse e sistematiche
violazioni dei diritti umani e di intimidazioni” ha detto Greco, aggiungendo
che “rimane chiarissimo che tali elezioni servono semplicemente come una farsa
di principi democratici che mascherano l’imposizione da parte della Russia
delle sue ambizioni aggressive e dominanti attraverso la coercizione e la forza
militare”. Ribadendo che “l’Italia non riconoscerà mai i risultati
fabbricati delle elezioni illegittime organizzate dalla Russia nei territori
temporaneamente occupati dell’Ucraina”, il rappresentante dell’Italia ha invititato tutti gli Stati a fare lo stesso, “come nostro
obbligo comune ai sensi del diritto internazionale”.
Greco
ha ribadito che l’Italia condanna nella maniera più forte possibile i continui
brutali attacchi della Russia contro le infrastrutture civili e le città in
tutta l’Ucraina: “Non deve esserci impunità per i responsabili di crimini di
guerra e altre atrocità. La Russia alla fine dovrà essere responsabile dei
danni catastrofici causati dalla sua guerra di aggressione”.
L’ambasciatore
italiano ha ricordato che il sostegno politico, militare ed economico
all’Ucraina “è una delle priorità fondamentali della nostra Presidenza del G7 e
siamo determinati a continuare a farlo finché sarà necessario e con la massima
intensità” e l’Italia resta impegnata a collaborare con tutti “per una pace
globale, giusta e duratura e per i principi e gli obiettivi chiave della
Formula di Pace dell’Ucraina, in vista di un futuro vertice globale sulla
pace”. In conclusione del suo discorso, l’ambasciatore
Greco ha detto che “la Russia potrebbe puntare sull’esaurimento del popolo
ucraino e dei suoi sostenitori globali che sostengono un’Ucraina libera,
indipendente e sovrana. Ma ci rifiutiamo di permettere che tali tattiche
prevalgano. La giustizia prevarrà. L’Ucraina resisterà”.
Prima
dell’inizio della riunione del Consiglio, l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya con accanto l’ambasciatrice statunitense Linda
Thomas-Greenfield e tanti altri rappresentanti di
paesi solidali con l’Ucraina come l’Italia, sono apparsi allo stake-out fuori dal Consiglio di sicurezza per leggere ai
giornalisti un comunicato in cui si condannavano le elezioni russe nei
territori occupati e si ribadiva il rispetto della Carta delle Nazioni Unite e
delle risoluzioni approvate con larga maggioranza all’Assemblea Generale
dell’ONU.
Nella
dichiarazione letta dall’ambasciatore Kyslytsya a
nome di Ucraina, Albania, Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgio,
Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Canada, Cile, Costa Rica, Croazia, Cipro,
Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania,
Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Lettonia,
Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Isole Marshall, Monaco,
Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau,
Polonia, Portogallo, Repubblica di Corea, Repubblica di Moldova, Romania, San
Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati
Uniti d’America, Uruguay e Unione Europea… si legge:
“Condanniamo
con la massima fermezza i tentativi illegittimi della Federazione Russa di
organizzare elezioni presidenziali russe in aree temporaneamente occupate
all’interno del territorio internazionalmente riconosciuto dell’Ucraina. Tenere
elezioni nel territorio di un altro Stato membro delle Nazioni Unite senza il
suo consenso costituisce un palese disprezzo per i principi di sovranità e
integrità territoriale. Tali elezioni non hanno validità a livello della legge
internazionale.
Ricordiamo
la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ESS/11/4) adottata
nella sessione speciale di emergenza del 12 ottobre 2022, che dichiarava i
tentativi di tenere cosiddetti referendum illegali nel settembre 2022 in alcune
parti delle regioni ucraine di Donetsk, Kherson, Luhansk
e Zaporizhzhia non hanno avuto validità ai sensi del
diritto internazionale e non costituiscono la base per alcuna alterazione dello
status di tali regioni dell’Ucraina. Ben 143 paesi hanno votato a sostegno della
risoluzione e hanno affermato i principi fondamentali del diritto
internazionale condannando i cosiddetti referendum. Ricordiamo inoltre la
risoluzione dell’Assemblea Generale 68/262 del 27 marzo 2014, che analogamente
ha sottolineato che i referendum russi tenutisi il 16 marzo 2014 nella
Repubblica Autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli non hanno avuto
validità e non possono costituire la base per alcuna modifica dello status di
queste regioni.
Ribadiamo
gli appelli dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a tutti gli Stati, alle
organizzazioni internazionali e alle agenzie specializzate delle Nazioni Unite
a non riconoscere alcuna alterazione
dalla
Federazione Russa dello status della Repubblica Autonoma di Crimea e della
città di Sebastopoli, nonché di alcune o tutte le regioni di Donetsk, Kherson,
Lugansk o Zaporizhzhia dell’Ucraina, e ad astenersi
da qualsiasi azione o affare che possa essere interpretato come il
riconoscimento di tale status alterato.
Chiediamo
alla Federazione Russa di astenersi dal tenere elezioni illegittime nei
territori temporaneamente occupati dell’Ucraina. Ribadiamo quanto affermato
dall’Assemblea Generale nel chiedere alla Federazione Russa di porre fine alla
sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e di ritirare immediatamente,
completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio
dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti.
Riaffermiamo
il nostro fermo sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità
territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello
internazionale, e alle sue acque territoriali”
***
(Stefano
Vaccara www.lavocedinewyork.com
na- Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di
tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai
Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col
giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni
ad America Oggi e il mio weekly USItalia.
Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho
raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New
School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci
credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind
the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho
fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la
chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui
ho vinto il Premio Amerigo 2018.)