RYANAIR TORNA NEL MIRINO DELL’ANTITRUST

 

MILANO - Su Ryanair incombe lo spettro di una maxi multa tra 500 milioni e un miliardo di euro da parte dell’Antitrust italiano per abuso di posizione dominante. Lo scrive Leonard  Berberi sul Corriere della Sera. E la richiesta, di fatto immediata - aggiunge - di cambiare una parte importante del proprio modello di business, quella che finora ha garantito al vettore ricavi e utili record. Una decisione è attesa con ogni probabilità il 22 dicembre. È quanto apprende il Corriere da fonti a conoscenza dell’istruttoria e dalla lettura di centinaia di pagine di documenti riservati.

 

L’istruttoria

 

Sono ore delicate nel quartier generale a Dublino della principale compagnia aerea low cost d’Europa e negli uffici a Roma dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Con il deposito il 30 novembre delle memorie di Ryanair e l’audizione davanti all’Agcm il 10 dicembre, si chiude un’istruttoria avviata nel settembre 2023 particolarmente insidiosa per il vettore e che ha visto pure l’ispezione fisica negli uffici irlandesi con tanto di estrazione dei documenti e delle e-mail interne.

 

Le accuse

 

Con il procedimento A568 l’Antitrust accusa Ryanair di avere abusato della propria posizione dominante nel mercato italiano del trasporto aereo per ridurre lo spazio competitivo delle agenzie di viaggio fisiche e online. Secondo l’autorità la compagnia irlandese — leader in Italia con quote tra il 38% e il 50% sulle rotte domestiche ed europee — ha introdotto negli ultimi anni una serie di misure «restrittive» che hanno reso sempre più difficile per gli intermediari vendere i biglietti Ryanair.

 

La verifica facciale e «Shield»

 

Tra i paletti inseriti compaiono la verifica facciale imposta ai passeggeri che acquistano tramite le agenzie online, un sistema di blocco automatico delle prenotazioni ritenute «anomale» (denominato «Shield») e contratti di distribuzione con le agenzie di viaggio ritenuti «squilibrati» dall’Agcm. L’effetto, ritiene l’autorità, è stato quello di spingere i consumatori verso il sito della compagnia, limitando il confronto dei prezzi, le offerte combinate e la libertà di scelta.

 

«Concorrenza indebolita»

 

Decine di agenzie e tour operator nelle loro «memorie» denunciano l’impossibilità o le difficoltà operative nel vendere voli Ryanair, cosa che — secondo loro — ha avuto ricadute economiche «significative», soprattutto per chi opera nel segmento leisure e nei pacchetti con voli brevi. Il risultato sarebbe stato un indebolimento della concorrenza e un peggioramento dell’esperienza dei consumatori, costretti spesso a gestire check-in, modifiche e assistenza anche quando acquistavano tramite un intermediario.

 

«Abuso non contestabile»

 

Per l’Agcm Ryanair avrebbe ostacolato la concorrenza non «nel merito», ma tramite restrizioni artificiali e condotte strategiche finalizzate a ridurre la capacità competitiva delle agenzie online. E ritiene che la combinazione di quota di mercato, ampiezza di rete e ruolo imprescindibile dei voli operati dalla low cost per le agenzie configuri una posizione dominante «non contestabile».

 

La versione della low cost

 

Ryanair respinge ogni addebito. (…) Secondo Ryanair, la «Comunicazione delle risultanze istruttorie» dell’Agcm si fonda su una «grave mistificazione dei fatti», frutto di una ricostruzione eccessivamente aderente alle posizioni delle parti segnalanti. La low cost ricorda che la Corte d’appello di Milano nel 2024 ha già stabilito che la scelta di riservare a sé la vendita dei biglietti non costituisce abuso, essendo economicamente giustificata e coerente con il modello di business.

 

In caso di conferma delle risultanze istruttorie, Ryanair potrebbe essere destinataria di una sanzione fino al 10% del fatturato globale annuo, anche se nel caso specifico il perimetro dovrebbe essere quello dei ricavi registrati in Italia (2,7 miliardi di euro all’anno, in media, nell’ultimo triennio) con ulteriori aggravanti. Non solo: il provvedimento richiederebbe pure misure correttive.

 

La novità italiana

 

Secondo gli esperti consultati non si ha memoria di autorità, nazionali o europee, che abbiano ordinato a un’impresa di modificare il proprio modello di business. Nella vicenda specifica, l’Antitrust obbligherebbe Ryanair — nel caso venisse accertato l’abuso di posizione dominante — ad accettare l’intermediazione dei propri biglietti.

 

Le repliche

 

Dall’Agcm, contattati, non commentano. «Poiché la decisione non è ancora stata presa, sarebbe inappropriato per noi commentare in questa fase», replica una portavoce di Ryanair via e-mail. Nei documenti finanziari depositati la low cost ritiene l’indagine «infondata», ma allo stesso tempo evidenzia che «la società potrebbe incorrere in una decisione che accerti un abuso di posizione dominante e, potenzialmente, in una sanzione, che impugnerebbe davanti ai tribunali», in questo caso il Tar e il Consiglio di Stato

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(Credits: Leonard Berberi  www.corriere.it)