TRIBUNA
VENDITA DI GEDI, IL GOVERNO CONVOCA I VERTICI E I CDR
ROMA - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alberto
Barachini, ha convocato i vertici della Gedi e il Cdr della Stampa. Mentre il
presidente del Senato, La Russa, si offre "come mediatore». Schlein: «La
cessione a un soggetto straniero non offre garanzie su occupazione, prospettive
e pluralismo dell’informazione». Le opposizioni in Parlamento: «L’esecutivo
riferisca»
La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha assicurato che la
materia non può essere ignorata né dal governo né dall’opposizione, perché
riguarda asset cruciali per l’Italia sia storicamente che oggi, oltre che un
indebolimento del sistema-Paese: «Le informazioni che circolano sulla vendita
del gruppo Gedi sono allarmanti – dice Schlein –. Le preoccupazioni espresse
dai Comitati di Redazione sono anche nostre. Dopo anni di scelte finanziarie
che hanno progressivamente indebolito l’azienda, si arriva oggi alla
cessione a un soggetto straniero che non offre garanzie su occupazione,
prospettive future, qualità e pluralismo dell’informazione. Siamo estremamente
preoccupati dai rischi di indebolimento o addirittura di smantellamento di un
presidio fondamentale della democrazia, fondato su testate che hanno segnato la
storia del giornalismo italiano e che rappresentano un patrimonio unico anche
per il radicamento territoriale. Non è possibile restare in silenzio di fronte
a tutto questo. Non ci sono certezze sulle intenzioni del potenziale
acquirente. Le richieste delle redazioni non hanno ricevuto risposta: servono
garanzie occupazionali per il futuro dei dipendenti del gruppo e serve
assicurare i principi costituzionali di pluralismo dell’informazione e di
libertà di stampa. Sono principi cardine della nostra democrazia. Per
questo siamo al fianco dei giornalisti e sosterremo ogni iniziativa volta a
mantenere alta l’attenzione e ottenere chiarimenti su una vicenda che tocca
direttamente la salute del sistema democratico. In gioco non c’è solo un gruppo
editoriale, ma un patrimonio storico e civile del Paese».
***