TRIBUNA
DEL
VECCHIO: "140 MILIONI SUL PIATTO PER LA GEDI. PRONTO A RILANCIARE”
MILANO - “Ho
messo sul piatto 140 milioni per investire e rilevare il Gruppo Gedi e lo ho
fatto rispettando la tempistica dettata dall’offerente. Ero pronto a rilanciare
ancora”. Sono le parole con cui Leonardo Maria Del Vecchio, fondatore di Lmdv Capital, in una intervista di Marigia
Mangano, pubblicata oggi sul Sole 24 Ore, ha parlato del suo tentativo di acquisire
Gedi.
Nessun
ritardo, offerta dopo il termine dell’esclusiva
A una manciata
di ore dalla conferma ufficiale da parte del gruppo editoriale sulle
trattative in corso con il gruppo greco Antenna, Del Vecchio ha spiegato prima
di tutto di aver avanzato la sua offerta, che pareggiava quella greca, il 2
dicembre. Prima, ha puntualizzato, “c’era una esclusiva in corso che scadeva il
primo dicembre”. “Evidentemente la mia attesa nel formalizzare l’offerta è
stata presa come un ritardo. Ma non è così: non appena l’esclusiva è scaduta ho
inviato al consiglio di amministrazione l’offerta vincolante”, ha rimarcato,
raccontando di “aver preso contatto con John Elkann”.
Investimento
come “gesto d’amore verso l’Italia”
Dando poi
largo spazio alle motivazioni alla base del suo interesse e a quali sarebbero
state le linee di azione del suo investimento. “Questo investimento e il mio
impegno personale nel realizzarlo è un gesto di amore verso l’Italia, un atto
di responsabilità verso il futuro”.
Non “un’operazione di mera acquisizione, ma un patto di lunga durata con
l’Italia: investire in contenuti di qualità, in indipendenza, in pluralismo,
volto anche a formare nuove generazioni di giornalisti e comunicatori”.
Nuova
energia
Il suo
obiettivo, ha continuato, non era “cambiare l’anima del progetto ma offrirgli
nuova energia, nuovi strumenti, un orizzonte per il futuro”.
“Gedi, con testate storiche, radio, produzione multimediale, rappresenta un
patrimonio – ha spiegato – che non deve essere inteso come un bene da sfruttare
nel breve termine, ma piuttosto come un’infrastruttura di democrazia, cultura e
partecipazione”.
Nel suo piano c’era l’idea di un progetto editoriale “integrato”, con “stampa
digitale, radio, podcast, multimedialità, community e coinvolgimento”. Con le
persone come baricentro. “Un gruppo editoriale vive attraverso le sue firme, le
sue redazioni, la competenza costruita in decenni. Fondamentale mantenere una
linea di continuità per proteggere questo patrimonio”, ha chiosato.
Ma “la
famiglia Agnelli ha scelto di non dar seguito alla mia iniziativa. E io
rispetto la loro scelta anche se non la comprendo fino in fondo”.
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(Credits: PrimaOnline)